Top

TuscanyPeople Supper Club “Intrecci di fili, arte e storie nascoste” del 9 dicembre 2016
Intrvista a Quello di Tribeca a cura di TuscanyPeople

 

TRIBECA FACTORY: ECLETTICO CONCEPT DESIGN E CONTENITORE DI IDEE

Tribeca Factory, design, amore e fantasia

Per scoprire di cosa si tratta, ne parliamo con Raffaele Scognamiglio, suo ideatore, creatore e titolare.

Raffaele, ci racconti il tuo ingresso nel mondo del design e quando arrivi a creare Tribeca Factory?

“Fin da piccolo ho amato i lavori manuali. Con 6 persone in casa c’era sempre qualcosa che si rompeva e mio padre, un po’ per hobby un po’ per necessità, aggiustava tutto. Per questo motivo ero fornito dei più svariati attrezzi, dei quali approfittavo per costruirmi i giocattoli usando materiali di recupero.
Non ho svolto studi legati all’architettura o al design, la mia attuale professionalità è il frutto di una sequenza di eventi. Sono nato e cresciuto a Napoli. Finiti gli studi ho iniziato a lavorare come elettricista e durante le ristrutturazioni avevo frequenti rapporti con architetti e interior designer che si occupavano dell’arredamento e della decorazione degli ambienti. Sono sempre rimasto affascinato da quel mondo e spesso pensavo che mi sarebbe piaciuto fare quella professione.

A 27 anni per amore mi sono trasferito nella città toscana. Nel ’98 io e la mia compagna decidemmo di aprire un negozio di arredamento, complementi e oggettistica. L’idea era quella di aprire un concept store come quelli che avevamo visto in un nostro viaggio a New York.

Avevamo abbigliamento, complementi di arredo, mobili e un po’ tutto quello che può servire per vivere una casa. È cosi che ho iniziato a costruire cose per conto mio, piccoli oggetti in legno e materiali di recupero. Internet e varie riviste mi hanno aiutato ad approfondire la mia conoscenza; fondamentalmente sono un autodidatta”.

Eri il primo a entrare in quella fabbrica dismessa?
“Il capannone che avevo preso era un ex lanificio vuoto da 5 anni ormai, che nessuno voleva a causa delle condizioni di abbandono in cui versava. Quando ci sono entrato per la prima volta, ho subito immaginato quello che poteva diventare, così ho deciso di prenderlo e crearci all’interno quello che oggi è Tribeca. Tutto realizzato da me e da un mio collaboratore, con le nostre mani in 3-4 mesi, forse anche meno.

Ad ottobre 2008 ho aperto”.

Oggi cos’è Tribeca Factory?
“È un contenitore di idee. L’evoluzione del concept store in un concept design. La nostra attività principale rimane il design e l’arredo: progettiamo e realizziamo bar, ristoranti, abitazioni e tutto quello che riguarda l’arredo, creiamo anche eventi culturali e affittiamo lo spazio alle aziende che lavorano nel campo della moda e non solo, per shooting fotografici”, ma anche per Supper Club come il vostro evento del 9 Dicembre.

Come entri in sintonia col cliente? Cerchi di interpretare cosa desidera o sei tu a spingerlo verso una soluzione piuttosto che un’altra?
“C’è una premessa da fare: da buon meridionale ho la cultura della imprenditorialità e della disponibilità. Difficilmente mi tiro indietro e, proprio perché non mi fregio di competenze specifiche, una delle mie risorse è il continuo confronto con il cliente.

Tendo a instaurare un rapporto familiare, a mettere chiunque venga da me a proprio agio. Questo aiuta enormemente a entrare non solo in contatto, ma anche in sintonia con le persone. Con alcune ho rapporti pluriennali.
Allo stesso tempo, cerco di essere attento ed aggiornato su quello che è l’evoluzione del mondo del design, della comunicazione. Adesso siamo conosciuti in tutta Italia. Un po’ è grazie al passaparola ed un po’ è grazie all’esclusività del nostro prodotto che mantiene una forte componente di creatività e una linea, costante negli anni, che ci identifica”.

Quindi sei considerato un artista?
“Molti mi chiamano «architetto», ma a me piace definirmi autodidatta, anche se non nego che gli oggetti che creo derivino da una mia visione e che quindi dietro ci sia una vera e propria intuizione artistica”.

Allora si può dire che il cliente si affida a te
“Diciamo che cerco di capire le necessità di chi viene da me e quello che vuole realizzare, poi provo a trovare un compromesso tra quello che mi viene chiesto e quello che ho in testa io.

Deduco pertanto che ci sia tutta una parte tecnica alla base
“Ho iniziato da solo, adesso siamo in cinque. Un’assistente si occupa di web e comunicazione. Un altro si occupa di disegno tecnico, rendering, animazione 3D, modellazione. E poi ci sono tre ragazzi polivalenti, bravi a lavorare il ferro, il legno e altri materiali, che costruiscono fisicamente i mobili ed altri oggetti. Se poi ho bisogno di un lavoro specialistico, mi appoggio a dei professionisti esterni”.

Facciamo un esempio concreto, il B&B che state realizzando
“Si parla di un locale di circa 200 mq, 5 camere molto grandi. Saranno tutte arredate in stile diverso. Ci sarà la camera orientale, quella del design, quella in stile fiorentino classico, quella coloniale, art decò e il loft stile newyorkese; quest’ultimo sarà arredato con pezzi industriali di recupero, l’ambiente che mi sta divertendo di più”.

È vero che avete arredato un ristorante di un People Toscano a Milano?
Sì, «Belle Donne Bistrot» il primo Tuscan bistrot a Milano. Un ristorante moderno, in parte arredato con materiali di recupero ed in parte con arredi nuovi. Questo lavoro rappresenta per me un po’ l’evoluzione stilistica che c’è stata in tutti questi anni e che si può vedere bene osservando «Société Anonyme», il concept store di abbigliamento in Oltrarno a Firenze.
L’abbiamo realizzato in 3 fasi successive una all’altra: nella prima, abbiamo usato quasi interamente pezzi di recupero, mentre quelle successive, sempre meno, fino all’ultimo, un paio di anni fa, realizzando un negozio supermoderno, d’ispirazione nordica”.

Siete finiti su tante riviste…
“Ci hanno pubblicato su «Elle Decor», in Italia, Inghilterra, Olanda, Belgio, redazionali anche di dieci pagine. E poi molti articoli su riviste come «The lifestyle journal»”.

Servizi fotografici nella moda?
“Diverse aziende sia di moda che di arredamento hanno scelto il nostro showroom come location per fotografare le loro collezioni. «Sasch», «Adele», «Patrizia Pepe», «Miss Sixty», «Andy Richardson», «Terzani Lighting Design», per dirne alcuni”.

Da dove si parte per creare?
“Da un’idea che va fusa con lo stile di Tribeca Factory. È così che viene fuori l’unicità”.

Esposizioni?
“Abbiamo partecipato più volte al Festival «Contemporanea», qui a Prato, con mostre e performance artistiche ed almeno una volta l’anno. Almeno una volta l’anno organizziamo un evento con musica dal vivo e altro ancora. Tutto ciò che può essere culturale. In più siamo su siti di location a livello nazionale”.

Nel tempo libero cosa fai?
“Ne ho poco ma mi dedico alla mia famiglia o al mio hobby che è la fotografia”.

Ciao Lello, come si dice a Firenze, ci vediamo in giro oppure alla prossima TuscanyPeople Supper Club.

TuscanyPeople.com